«Ecco perché Toya è così sconvolto. Poi Kotaro arriva e ti bacia sulla guancia… è la stessa cosa. Anche lui ti ha dato un appuntamento.».
Kyoko non sapeva cosa dire. Rimase immobile per un attimo. Poi, guardando dietro Kamui, notò Toya e Shinbe che camminavano verso di loro, ancora intenti a pianificare la loro prossima mossa mentre si dirigevano ad est.
Suki richiamò la sua attenzione, «Va bene, hai detto tre. Quindi anche Toya ti ha baciato, giusto?».
Kyoko annuì, poi scosse la testa, «Ma lui non voleva davvero baciarmi. È stato quasi un… incidente.».
Guardò di nuovo indietro, notando che gli altri erano quasi arrivati. «Abbiamo lottato contro un demone, Toya ha perso i suoi pugnali e il suo sangue demoniaco ha preso il sopravvento. Ha ucciso il demone e io cercavo uno dei pugnali, ma mi ha presa appena l’ho trovato. Ho pensato che mi avrebbe uccisa, e invece… mi ha baciato. Poi il contatto con i pugnali ha spezzato l’incantesimo ed è tornato normale.».
Suki guardò Toya, poi di nuovo Kyoko. «Aspetta, vuoi dire che è tornato normale mentre ti stava baciando?», alzò un sopracciglio quando Kyoko annuì.
Kamui sorrise, «Lo sapevo! Gli piaci davvero. Ecco perché nella sua forma demoniaca ti ha baciato, invece di ucciderti. Lo ha fatto perché si sentiva se stesso.». Kamui si allontanò da loro, sapendo di essere ormai a portata dell’udito di Toya.
«Bene, teniamogli compagnia.». Suki decise di seguire l’esempio di Kamui e lasciar perdere, per ora… peccato che Shinbe non fosse altrettanto intelligente.
Avendo ascoltato l’ultima frase di Kamui, Shinbe si rivolse a Kyoko, «Ecco perché è così nervoso!». Sorrise, chiedendosi se avesse dovuto aggiungere il proprio bacio alla lista, prima che fosse troppo tardi.
Toya si avvicinò grattandosi il collo. «La smettete di dire stronzate su di me? Dannazione!».
Il collo era già arrossato e Kyoko ridacchiò. Sapeva che iniziava a prudergli in quel punto quando pensava che qualcuno stesse parlando di lui alle sue spalle, e lo irritava da morire.
Le dita di Toya si contrassero udendo la risatina di Kyoko. Gli inviò una scarica di piacere attraverso il corpo e gli fece desiderare che lo facesse più spesso. Si guardò intorno, notando che tutti avevano finalmente smesso di chiacchierare. Soddisfatto che nessuno stesse più parlando di lui, abbassò la mano.
«Muoviamoci, non abbiamo tempo per giocare. Dobbiamo fermare Hyakuhei e prendere i talismani prima di lui.». Si chinò davanti a Kyoko e aggiunse: «Lasciamoli andare per la loro strada, tu vieni con me. Faremo più in fretta.» e aspettò che lei montasse su. Almeno, in questo modo, non avrebbe dovuto sentir parlare dei suoi rivali.
Kyoko sorrise e saltò su. Poi lo abbracciò e lo strinse gentilmente per fargli capire che era pronta.
Lontano da tutti in modo che nessuno potesse vedere, Toya chiuse gli occhi mentre assaporava l’abbraccio che aveva appena ricevuto. Riaprendo gli occhi, bagliori argentati brillavano nelle sue iridi d’oro e partì ad una velocità tale che avrebbe potuto competere con il fratello del vento, Kotaro.
Capitolo 3 “Baci maliziosi”
L’aria era sempre più fredda e Toya rallentò, notando un’aura malvagia in lontananza. Il sangue di Kyoko si gelò quando la sensazione innaturale prese il sopravvento. Lui saltò giù dai rami, fermandosi di colpo in cima ad una collina. Lei scivolò a terra mentre gli altri apparvero rapidamente dietro di loro, guardando in lontananza.
Kyoko vide una nube minacciosa che incombeva su tutta l’area. «Sento un talismano.» disse, e scosse la testa. «Non uno soltanto, ce ne sono altri.» aggiunse. «Il male che circonda i frammenti è soffocante.».
Suki le si avvicinò, imbracciando la propria arma per facilitare la presa in caso di battaglia. «È Hyakuhei quello che senti?». Guardò Shinbe che camminava accanto a loro, il suo soprabito e i suoi lunghi capelli blu notte soffiavano nel vento che si era levato di nuovo.
Gli occhi di Toya si socchiusero e divennero si argento fuso. Percependo il pericolo vicino a loro, guardò a sinistra e abbassò il braccio. La lama di un pugnale balenò nel suo palmo. «Vieni fuori bastardo, sento il tuo odore!» ringhiò, facendo un passo davanti a Kyoko e agli altri per proteggerli. La collina e la valle sottostante erano infestate dal forte tanfo del male.
Una figura con indosso un’ondeggiante veste nera si materializzò dal nulla proprio di fronte a loro, con un’espressione malvagia. «Allora hai risposto alla mia chiamata.».
Kyoko rabbrividì quando quegli occhi scuri incontrarono i suoi. Il ricordo del sogno che aveva fatto la sera prima le tornò in mente, dandole i brividi. Fece un passo indietro, nascondendosi dietro Toya e guardando Hyakuhei. Aveva la brutta sensazione che l’unico motivo per cui lui era lì fossero lei e i suoi talismani.
Toya notò che l’attenzione di Hyakuhei era incentrata su Kyoko e si sentì impazzire. Ringhiò, afferrando il manico del pugnale e lanciandosi per colpire il nemico. Il mantello nero cadde a terra come previsto. Era soltanto uno dei fantocci di Hyakuhei. «Avrai mai il coraggio di affrontarmi davvero?!» Toya s’infuriò.
«I poteri della sacerdotessa saranno miei, perciò… vieni da me.» la voce fredda di Hyakuhei fu lentamente spazzata via dal vento.
Kyoko sentiva brividi gelidi strisciarle lungo la schiena a quelle parole. «Andare da lui? Sta dando i numeri?» sussurrò, sentendo il vigliacco alzare la testa spaventato.
Toya le andò accanto. Sapeva che i guardiani erano incaricati di tenere il cristallo lontano dal male, ma non gli piaceva che ciò mettesse in pericolo Kyoko. Hyakuhei aveva ucciso tanti innocenti per i talismani. Sarebbe stato maledetto se avesse lasciato che Kyoko diventasse una delle vittime di quella guerra.
L’avrebbe protetta. Il suo bisogno di proteggerla era così forte che era diventato la sua unica ragione di vita e, in quel momento, aveva una sensazione molto brutta. Poteva sentire il battito accelerato di Kyoko e l’odore della paura irradiava da lei. La guardò stupito quando lei si voltò con un sorriso gelido. «Bene, andiamo a prendere un altro talismano?», Kyoko alzò il mento a dispetto della paura che provava e raddrizzò le spalle.
Toya guardò dietro di sé e vide che anche gli altri erano pronti. Gli altri… le uniche persone di cui si fosse mai fidato.
Hyakuhei guardò nello specchio che il suo servo Yuuhi reggeva. Lo specchio delle anime che gli permetteva di seguire ogni mossa di Kyoko. La ragazza era il suo obiettivo, per il momento. Solo lei aveva il potere di controllare il Cuore di Cristallo Protettore e lui aveva bisogno di quel potere.
Ma… aveva bisogno di lei anche per fondere i talismani di nuovo insieme. Per fare ciò, avrebbe dovuto trovare un modo per convincerla ad andare da lui di sua spontanea volontà. Non la voleva morta, la voleva accanto a sé.
Come se avesse letto la mente del suo maestro, Yuuhi parlò con voce calma e senza emozioni: «Tu vuoi il potere della ragazza, ma lei è pura e non verrà da te di sua spontanea volontà.». La figura spettrale del ragazzo scrutò Hyakuhei con occhi neri che contenevano la conoscenza di migliaia di anni.
«Catturare lei è come catturare un cuore puro e, per farlo, è necessario intrappolarla in una rete di inganni.». Il ragazzo misterioso guardò lo specchio, osservando Kyoko con i suoi occhi del colore della morte.
Hyakuhei sorrise perfidamente. Il suo corpo e il suo viso perfetti nascondevano la sua malvagità. I suoi lunghi capelli scuri ricadevano in onde scintillanti. Era molto sensuale, con muscoli asciutti che s’increspavano sotto la pelle ad ogni movimento. La sacerdotessa che i guardiani proteggevano aveva le sembianze dell’unica persona che lui avesse mai amato.
Sapeva che Kyoko era la reincarnazione di colei che aveva perso tanto tempo fa… colei che gli era stata portata via senza pietà.
Strinse un pugno appena i ricordi di un altro tempo cercarono di riaffiorare. Li spinse via con un ringhio e si concentrò nuovamente sulla sacerdotessa che aveva davanti. Come poteva far innamorare di sé un cuore incontaminato, quando lui era il male in persona? Lei aveva il potere che lui aveva dato alla sua antenata molto