era in paradiso, stava prendendo tutto ciò che poteva. Intensificò il bacio e la sua passione iniziò a divampare. La necessità di possedere Kyoko pulsava nel suo sangue di guardiano. Emise un ringhio sommesso mentre la afferrava dietro la testa. Le intrecciò le dita tra i capelli mentre si spingeva oltre in quel bacio ormai incandescente.
Kyoko era seduta sopra di lui a cavalcioni, e questo gli faceva sentire il suo calore attorno alla propria erezione. Toya le mise l’altro braccio attorno alla schiena e si stese sopra di lei. Quella sensazione gli stava facendo perdere il controllo. Non gli importava di niente, solo del suo bisogno di averla completamente.
Lo stimolante odore di desiderio che lei emanava gli fece capire che era pronta a diventare sua… per sempre. Tutto quello di cui aveva bisogno era entrare in lei… in profondità.
Shinbe e Suki capirono che le cose erano andate troppo oltre e che nessuno dei due aveva più il controllo. Shinbe si alzò e Suki lo seguì, adesso i loro sorrisi erano svaniti. Entrambi avevano troppa paura per avvicinarsi. Non era più divertente.
«Toya, ti prego, fermati subito. Ricorda… Kyoko è sotto un incantesimo e non sa quello che sta facendo. Toya!» gridò Shinbe, sperando che non fosse troppo tardi. Fece un passo indietro quando Toya si voltò.
I suoi occhi erano diventati d’argento e poi rossi quando grugnì, inviando loro l’avvertimento di stare indietro.
Shinbe si mise davanti a Suki per proteggerla. «Non è Toya.» sibilò mentre stringeva il suo bastone così forte che le nocche divennero bianche. Doveva trovare un modo per destare Toya dal suo attuale stato mentale prima che le cose andassero oltre.
«Io non ho paura del lato demoniaco di Toya.» Kamui aggrottò la fronte e si diresse verso di loro con tutte le intenzioni di allontanare Kyoko da suo fratello. Fu fermato bruscamente da Suki che gli afferrò un braccio, mentre Shinbe gli afferrò l’altro.
«No, Kamui!» lo implorarono all’unisono.
Il cuore di Suki batteva forte per la paura che nutriva per i suoi amici. «Che sia dannato Hyakuhei e le sue maledizioni!». Lei cercò ancora una volta di farlo ragionare: «Toya, lei ti odierà se la reclami adesso che non è in sé. Ti prego, cerca di riprendere il controllo.», poi alzò la voce, «Devi lasciarla andare!».
Lo sguardo di Toya si volse verso Suki mentre le parole attraversavano lentamente la nebbia del desiderio e penetravano nel suo subconscio. Il colore del pericolo svanì dai suoi occhi, facendoli ritornare al color oro fuso. Controvoglia, riportò l’attenzione su Kyoko con il cuore a pezzi. Quasi perse di nuovo il controllo quando lei stessa si spinse verso il basso, circondando di calore la sua erezione dura come una roccia.
Gli occhi di Kyoko erano vitrei e colmi di passione sfrenata e lui sentiva l’odore del suo desiderio. Lo sguardo di Toya s’intenerì. Lei voleva fare l’amore. Lo voleva quanto lui.
Resistette all’idea di prenderla e volare via con lei. Con tutta la forza di volontà che gli era rimasta, comprese la verità delle parole di Suki. Kyoko lo avrebbe odiato. L’aveva già baciata contro la sua volontà, e ora questo. Toya la allontanò gentilmente e si alzò, chiudendo gli occhi per non vedere il suo sguardo deluso.
Kyoko non capiva perché lui se ne stesse andando. Allungò una mano per afferrargli la camicia, desiderando che restasse. Sembrava che il suo mondo sarebbe andato in frantumi se l’avesse lasciata. «Toya, ti prego, io ti amo.». I suoi occhi si offuscarono mentre cercava di convincerlo a guardarla. Sussurrò con voce confusa: «Non lasciarmi.».
Toya rimase immobile, incapace di respingere la sua mano. Cercò di ricordare a se stesso che lei avrebbe detto la stessa cosa a Hyakuhei, se lui non avesse infranto la barriera in tempo prima che scomparissero in quel vuoto. I suoi artigli s’infilzarono nei palmi, facendo uscire del sangue, e lui cercò di concentrarsi sul dolore per ristabilire la propria forza di volontà.
Suki arrivò dietro Kyoko e, tenendola stretta, guardò Toya. «Forse dovresti allontanarti per un po’ finché l’incantesimo non svanirà e non avrete ripreso entrambi il controllo.», gli fece cenno con la testa verso gli alberi, sperando che lui le desse ascolto per una volta.
Toya abbassò la testa… i capelli nascondevano a malapena il desiderio nei suoi occhi.
Dio, voleva farla sua, voleva marchiarla proprio lì e poi… ma Suki aveva ragione, Kyoko non era se stessa in quel momento. Dopo, lo avrebbe solo odiato per questo e lui non voleva che accadesse. Strinse i denti. Semmai avesse fatto sua Kyoko, non l’avrebbe mai lasciata andare. Sarebbe stata sua… per tutta la vita.
Suki si stupì per l’espressione di Toya quando finalmente alzò la testa per guardare Kyoko. Era uno sguardo di desiderio represso a stento… l’argento nei suoi occhi era uguale ai riflessi argentei che gli striavano i capelli color ebano.
Fece un passo avanti, guardando Kyoko mentre si chinava verso il basso, e la baciò con delicatezza sulle labbra prima di sussurrarle: «Mi dispiace.». Poi, con tutto l’autocontrollo che aveva, si voltò e scomparve nella foresta.
Suki sospirò quando Kyoko iniziò a piangere. Il suo esile corpo tremava. Le mise una mano su una spalla e guardò Shinbe, non sapeva cosa fare. Il suo labbro inferiore tremò quando notò che Shinbe era girato e le sue spalle erano tese.
Kamui era divenuto silenzioso, non pensava più che fosse divertente. C’era troppa verità in quella situazione e gli stava spezzando il cuore.
Kyou inalò l’aria che, fino a poco prima, era intrisa del cattivo odore delle creature nemiche. Il profumo era mutato rapidamente e il sole era tornato, ora sentiva l’odore della sacerdotessa. Il suo profumo lo attirava, portato dalla brezza, ma sentiva anche l’odore delle sue lacrime. Seguendo il profumo agrodolce, la cercò.
Non voleva che nessuno la turbasse e, per qualche ragione, l’idea che stesse piangendo gli fece salire la rabbia. Che cos’era accaduto al punto da portare le lacrime in quegli occhi di smeraldo? Il suo volto calmo non mostrava alcuna emozione, ma il suo istinto protettivo emerse mentre volava nella direzione da cui proveniva il profumo di Kyoko.
Toya non era andato lontano quando sentì qualcuno avvicinarsi. Emise un sibilo arrabbiato… e la sua agitazione aumentò. L’odore di Kyou era sempre più forte. Lui era calmo e tranquillo mentre gli aleggiava intorno, muovendosi in direzione di Kyoko. Con un ringhio, Toya si voltò e corse di nuovo al punto in cui aveva lasciato Kyoko e gli altri.
Dopo pochissimi secondi, Kyou osservava freddamente il gruppo da un’altezza da cui non poteva essere visto. La piccola piangeva in ginocchio mentre la cacciatrice di demoni le teneva una mano sulla spalla, cercando di confortarla. Shinbe e Kamui sembravano tranquilli e le osservavano da lontano.
Sentiva l’odore persistente di Toya, ma non riusciva a vederlo da nessuna parte. Sentiva anche l’odore del suo desiderio ancora forte nell’aria.
Il suo stupido fratello aveva cercato di fare del male alla ragazza, per caso? Silenziosamente, Kyou fece sì che Kyoko guardasse verso di lui, inviando il pensiero nella sua mente mentre la guardava, senza esternare emozioni. Il suo cuore prese a battere più forte quando lei alzò il viso rigato di lacrime per incontrare il suo sguardo.
Kyou guardò con freddezza verso gli altri in piedi intorno a lei. Tutti si voltarono verso di lui appena la sua voce risuonò dall’alto: «Chi ha osato fare del male a questa ragazza?». La sua voce calma smentiva il pericolo in cui si erano messi… chiunque le avesse fatto del male, avrebbe pagato.
Capitolo 4 “Sentimenti pericolosi”
Kyoko guardò in alto, sentendo la voce nella propria mente che le diceva di farlo.
Mentre osservava Kyou aleggiare sopra di lei, le sue lacrime brillavano alla luce come diamanti scintillanti e gli sorrise con adorazione.
Suki s’irrigidì alla domanda di Kyou e lo fissò. Scosse la testa, «Non è stato nessuno dei guardiani a farle del male. È stato vostro zio Hyakuhei. Le ha lanciato un incantesimo.».
Poi raddrizzò le spalle, arrabbiata con lui per averli accusati. «Abbiamo ucciso il demone che ha lanciato l’incantesimo