Amy Blankenship

Cuori Infuriati


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intorno, solleticandole il viso. Toya si muoveva come se lei non pesasse nulla mentre saltava da un ramo all’altro, a volte saltando a terra solo per prendere la rincorsa e tornare di nuovo tra gli alberi. Sembrava avere un debole per l’altezza.

      Toya amava portare Kyoko in spalla ma non glielo avrebbe mai detto. Gli piaceva sentire che si stringeva a lui nel tentativo di aggrapparsi. A volte andava ancora più veloce solo per farla aggrappare più forte, con le gambe e le braccia strette attorno a lui. Per questo motivo non le aveva mai mostrato le proprie ali.

      A volte, lei gli posava la guancia sulla schiena e Toya capiva che le piaceva tanto quanto lui. La sua mente tornò alla foresta ad est. Era già stata recuperata una metà del Cuore di Cristallo Protettore e Hyakuhei era in vantaggio, a quel punto. Le cose si stavano facendo molto pericolose e lui doveva stare in guardia.

      Sentiva di dover proteggere la Kyoko con la propria vita, soprattutto se il pericolo era ovunque. Il demone con cui aveva combattuto ieri era stato un campanello d’allarme. Toya accelerò, nella speranza di incontrare Suki e Shinbe che ritornavano al campo, così da potersi affrettare e arrivare ad est prima di Kotaro e Kyou.

      Sopra di loro, Kyou volava nel cielo senza espressione, come una divinità. I suoi vestiti fluttuavano attorno a lui mentre si dirigeva verso est. Dunque nella foresta orientale si erano perse le tracce di Hyakuhei. Era lo stesso luogo in cui erano diretti Toya e la sacerdotessa. Le sue labbra accennarono un sorriso.

      «Ehi!» esclamò Toya, scorgendo un rapido movimento in lontananza. Saltando giù da un albero all’altro e di ramo in ramo, atterrò con grazia davanti a Shinbe e Suki.

      Kyoko scivolò dalla schiena di Toya e, sorridendo, si avvicinò subito ai suoi amici. «Abbiamo appena saputo che dovremmo andare nella foresta ad est.» li informò.

      Shinbe guardò Toya di scatto. «Ah, sì? Che sta succedendo in quella zona?» gli chiese, avvicinandosi per discutere della questione. Kamui abbandonò i confini della foresta per unirsi ai guardiani, annuendo quando Kaen sbucò dal nulla, come faceva spesso, proprio al momento giusto.

      Prendendo Suki in disparte e lontano dagli altri, Kyoko le sussurrò: «Allora, com’è andata?» e piegò la testa di lato, sorridendo.

      Suki alzò lo sguardo in direzione di Shinbe. «Ci credi che quell’idiota ha cercato di baciarmi?». Incrociò le braccia sul petto e guardò in cagnesco il ribelle guardiano ametista.

      Toya s’irrigidì a causa del suo udito eccezionale. Aveva sentito il commento di Suki e, mentre ascoltava, Kyoko aveva guardato direttamente verso di lui, incrociando il suo sguardo. Girò il viso per nascondere il rossore che gli stava salendo sulle guance, ma non prima che Suki e Shinbe se ne accorgessero.

      Shinbe si piegò verso il fratello mantenendo la voce bassa, «Toya, che è successo tra voi due mentre eravamo via?». Si sentì percorrere da un brivido di gelosia ma cercò di ignorarlo, sapendo che era una causa persa. Anche Kamui si avvicinò per sentire la risposta.

      Toya spalancò gli occhi e gli si drizzarono i peli sulla nuca, facendolo indietreggiare con aria colpevole. «Oh, non è successo niente.», incrociò le braccia e li guardò, sfidandoli a smentire la sua bugia.

      Suki afferrò Kyoko per un braccio e la portò a buona distanza dai ragazzi, questa volta.

      «Va bene, sputa il rospo. Che mi sono persa?» le chiese con le labbra contratte da una gioia nascosta a malapena. Da quando Suki aveva conosciuto Kyoko, si sentiva come se si conoscessero da sempre. Le voleva bene come una sorella e, in quel momento, sapeva che c’era sotto qualcosa.

      Kyoko non la guardava negli occhi e aveva il viso ancora rosso. «Dai, dimmelo.» la supplicò Suki.

      Kyoko guardò la sua migliore amica, che era alta qualche centimetro in più, e strinse le spalle. «Va bene, sono stata baciata, questo è tutto.», e girò in fretta gli occhi cercando di farla passare come una cosa da niente.

      Suki guardò Toya. «Quindi ti ha baciato, finalmente?». Tornando a Kyoko, sorrise finché non la vide scuotere la testa, e si accigliò. «È stato Toya a baciarti o no?» alzò un sopracciglio, confusa.

      Kyoko gemette. «È una lunga storia, quindi sarò breve. Tre ragazzi diversi mi hanno baciata mentre eri via. E no, non ho chiesto a nessuno di loro di farlo. Perciò, ripeto, non è stato niente di importante!», mise enfasi sulle ultime tre parole.

      Suki la guardò a bocca aperta. Nel frattempo, Toya si era irrigidito sentendo Kyoko dire che non era stato niente di importante. “Bene, adesso so che cosa pensa.”, si disse con una smorfia, voltandosi di nuovo verso i suoi fratelli e concentrandosi nel dirgli quello che sapeva riguardo la foresta.

      Suki finalmente ritrovò la voce, ma la mantenne bassa, «Kyoko, chi ti ha baciata?». che non apriva bocca, sospirò. «Avanti, dimmi chi ti ha baciata per primo.».

      Kyoko chiuse gli occhi, «Il primo è stato Kyou.».

      «Kyou?» gridò Suki, portandosi una mano alla bocca con un riflesso incondizionato.

      Toya strinse un pugno nel tentativo di frenare la propria rabbia. Si voltò e lanciò un’occhiataccia verso Kyoko prima di accorciare rapidamente la distanza tra loro, poiché non gradiva la piega presa dalla conversazione. «Non abbiamo tempo per queste stronzate!» sbottò, fissando le ragazze. «Dobbiamo trovare i talismani prima che il nemico li prenda tutti.».

      Kamui annuì: «Sì, Kotaro è venuto al campo e ha detto che era diretto nello stesso posto, poi ha baciato Kyoko sulla guancia ed è sparito.». Toya gli diede uno scappellotto, ringhiando.

      «Ahi, ma perché? Non ho fatto niente!» esclamò Kamui, strofinandosi il bernoccolo che gli si era formato in testa, con le lacrime agli occhi. Stava fingendo ovviamente, perché dentro di sé stava morendo dal ridere per l’espressione di Toya.

      Suki roteò gli occhi, «Anche Kotaro?», poi si girò di scatto verso Kyoko, chiedendosi cosa diavolo stesse succedendo.

      Shinbe si avvicinò a Toya, «Allora, qual è il problema?». L’altro lo fissò come per sfidarlo a dire un’altra parola.

      Suki afferrò il braccio di Shinbe e lo allontanò da Toya prima che finisse con un bernoccolo in testa come Kamui.

      Toya volse lo sguardo verso Kyoko. Lei s’irrigidì e ricambiò lo sguardo. «Che problema hai? E non colpire Kamui!» gridò, balzando davanti al guardiano come per proteggerlo. Non sapeva che Kamui stava sogghignando verso Toya come se fosse migliore di lui.

      Suki sapeva che avrebbero litigato. Afferrando la mano di Kyoko, la trascinò lungo il sentiero. «Andiamo, camminiamo insieme per un po’.» e non le diede il tempo di rifiutare mentre la spingeva.

      Non sentendosi molto sicuro così vicino a Toya, Kamui se ne andò con le ragazze, lasciando suo fratello da solo.

      Una volta lontane da Toya, Suki si rivolse a Kyoko. «Adesso, per favore, vuoi dirmi che diavolo è successo? Perché Kyou ti ha baciata?» quasi gridò, guardando la sua amica con aria preoccupata. Il pensiero che Kyou baciasse chiunque era semplicemente… inquietante.

      Kyoko strinse le spalle. «Non ho la più pallida idea del perché lo abbia fatto. Stavo nuotando, è volato giù e mi ha spaventata a morte. Prima che io capissi cosa stava facendo mi ha baciato, poi se n’è andato senza dire una parola.».

      Kamui si sentiva come se qualcuno gli avesse appena dato un pugno nello stomaco. Si affrettò dietro Kyoko, mettendole una mano sulla spalla. «Ti ha lasciato qualche segno?» le chiese con voce tesa.

      Kyoko aggrottò la fronte. Girandosi, vide Kamui con uno sguardo confuso. «Toya mi ha chiesto la stessa cosa. Che significa “lasciarmi un segno”? Che vuoi dire?».

      Le labbra di Kamui si assottigliarono. «Se Kyou ti bacia così, di punto in bianco, vuol dire che sta pensando di reclamarti come sua compagna.».

      «Che cosa?!» urlò Kyoko, portando le mani sui fianchi, «Stai scherzando?».

      «No… con quel bacio Kyou ha iniziato a preparare il terreno.». Gli occhi di Kamui si adombrarono come se mostrassero interesse, «Adesso ti seguirà pian piano, finché non ti marchierà e ti farà sua.». Le