per la prima volta nel 2021 da Totally Bound Publishing, Regno Unito.
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Libro uno della
serie Gli Alfa dell’Omega
Ci vuole più di un alfa per mettere in ginocchio un’omega.
Claire ha giurato di rinunciare a tutti gli alfa, ma quando le indagini sull’omicidio della sua amica la pongono nel mirino di non uno ma tre di loro, la sua determinazione è messa alla prova. Pur desiderando il loro tocco, si rifiuta di innamorarsi. Possono avere il suo corpo, ma proteggerà il suo cuore a ogni costo.
Bryce, Joshua e Kaidan non desiderano un’omega tutta per loro, ma non possono resistere alla misteriosa donna che si è introdotta nel loro ufficio. Sono attratti dal suo profumo, le sue curve e il suo sapore, ma bramano più del suo corpo. Saranno necessari gli sforzi di tutti e tre per batterla al suo stesso gioco e convincerla a dare loro una possibilità.
Mentre esplorano la loro complicata relazione, la ricerca di Claire dell’alfa assassino li mette tutti in pericolo. Riusciranno a collaborare per affrontare insieme la minaccia o i loro segreti e le loro paure distruggeranno tutto ciò che hanno trovato?
Dedica
A mio marito, che sceglie di credere che le cose strane nella mia cronologia siano “ricerche”.
Capitolo uno
Claire non si era mai introdotta di nascosto da nessuna parte e iniziare con l’ufficio di tre alfa doveva essere una delle sue idee peggiori.
Aveva fiutato parecchi alfa nel corso degli anni e ciò aveva sempre risvegliato in lei impulsi contrastanti di eccitazione e paura. Tuttavia, tale era il destino degli omega. Bramare ciò che li avrebbe distrutti, desiderare la loro più grande minaccia. Ogni alfa che aveva incontrato le aveva fatto venire voglia di cadere in ginocchio e, allo stesso tempo, di fuggire. Manteneva le distanze, usava oli di lavanda per smorzare il loro profumo – qualsiasi cosa pur di attenuare la propria reazione – ma esso penetrava comunque dentro di lei.
Se si fosse trovata in qualsiasi altro luogo, a fare qualsiasi altra cosa, sarebbe fuggita il più velocemente possibile. Anche un solo alfa avrebbe potuto rovinare tutto e l’odore di un paio le offuscava la mente.
Tuttavia, non aveva scelta. Non poteva fuggire.
Ciò di cui aveva bisogno doveva essere sottochiave da qualche parte in quell’ufficio, non c’era altra scelta. Nonostante ci avesse ragionato su centinaia di volte, era giunta sempre alla stessa conclusione – l’informazione doveva essere lì.
Claire aprì un altro cassetto della scrivania, scavando tra i documenti in cerca di annotazioni, un calendario, qualsiasi cosa. I file sul computer avrebbero potuto dirle ciò di cui aveva bisogno, ma sarebbero stati protetti da una password. Non poteva accedervi, visto che certi giorni persino accendere un computer si rivelava una sfida per lei.
Non aveva bisogno di molto, solo di un nome – un indizio su chi stesse cercando.
Un altro cassetto controllato e ancora niente.
Il dolore assillante allo stomaco la costrinse a chiudere gli occhi e forzare il respiro fra i denti serrati. La sua pelle si riscaldò e il sudore tra le scapole le fece appiccicare la maglietta alla schiena.
Che cosa le stava succedendo? Le ricordava l’inizio del calore, ma ne avrebbe riconosciuto i segnali molto tempo prima. Non andava semplicemente in calore da un momento all’altro. Si sarebbe sentita inquieta, non affamata, avrebbe sentito il bisogno di crearsi un nido. Con settimane di anticipo, avrebbe avuto dei sintomi a dirle che si stava avvicinando, dandole il tempo di incrementare i farmaci ed evitarlo. Non aveva raggiunto i trent’anni come omega senza riconoscere i segnali di un calore imminente.
La sensazione era iniziata dopo che aveva annusato uno straccio mentre perquisiva la casa di Jackie, sentendovi sopra l’odore di qualcosa che non riusciva a identificare. Feromoni potenti, ma non alfa, non esattamente. Il suo cervello era riuscito a dirle solo che c’era qualcosa di sbagliato.
Non che importasse in quel momento. Qualsiasi cosa le stesse causando il dolore allo stomaco, qualsiasi cosa le stesse facendo sudare la fronte, doveva ignorarla. Doveva concentrarsi, finire la sua ricerca e andarsene.
L’intera stanza puzzava di alfa. Tre di loro passavano del tempo in quello spazio e Claire poteva identificare l’odore di ognuno. Voleva chiudere gli occhi, inspirare profondamente, far entrare il profumo nei polmoni e lasciare che si diffondesse in lei. Dannazione, voleva buttarsi sul divano e immergere il naso nei cuscini. Nel momento in cui l’idea le saltò alla mente, si rimproverò. Se fossero tornati e avessero trovato qualcuno nel loro spazio, qualcuno che rovistava fra le loro cose – beh, Claire non aveva alcun desiderio di vedere che cosa avrebbero fatto.
Gli alfa non erano noti per il loro fantastico temperamento o la loro inclinazione al perdono. Tendevano a essere territoriali, irascibili e possessivi. L’ultima cosa di cui Claire aveva bisogno era essere catturata, rischiando dei test che avrebbero potuto rivelare cosa fosse.
La vita come omega non era mai facile, ma essere etichettata? Dover fuggire di nuovo? Cercare di farsi una nuova vita, una nuova identità, sempre che nessuno l’avesse venduta prima? No, non avrebbe rischiato di perdere tutto quello che aveva costruito.
Tirò fuori i suoi attrezzi dalla tasca dei pantaloni cargo, afferrando il grimaldello con cui si era allenata per mesi. Si era data a quell’hobby per tenere le mani occupate quando veniva assalita dall’ansia, ma sembrava che avrebbe dovuto mettere in pratica le proprie abilità. Armeggiò con gli attrezzi finché l’armadietto si aprì.
Claire sfogliò i documenti in cerca della data di cui aveva bisogno, ma nulla era organizzato per data, solo per nome. In ogni caso, le scartoffie contenevano il libro paga dei receptionist e le ricevute di spese aziendali, ma niente sui clienti.
Claire chiuse l’armadietto con uno spintone, facendo stridere il metallo, e sbuffò. Dove diavolo poteva cercare ancora? Dove altro avrebbe potuto trovare qualcosa sui clienti e gli orari di installazione?
Lo schiarimento di una gola alle sue spalle la fece sobbalzare. L’avevano beccata? Poteva trarsi d’impaccio? Quando si voltò, si ritrovò faccia a faccia con il suo peggior incubo. Tre uomini enormi stavano in piedi fra lei e l’unica uscita.
No, non semplici uomini. Non appena gli odori la colpirono, il suo stomaco si contrasse e la sua testa prese a girare, si rese conto di tre cose.
Uno, i tre uomini erano alfa.
Due, erano gli alfa che passavano sempre il tempo in quella stanza.
E tre – la parte peggiore – Claire era certamente in calore.
Si piegò in due, i crampi allo stomaco. Afferrò il lato della scrivania per restare in piedi, il respiro le entrava e usciva a fatica dal petto, mentre il suo corpo impazziva.
Era in calore. Il suo corpo si stava ribellando contro gli anni di inibitori, usati per mantenere i suoi cicli naturali sottochiave, il dolore tanto forte da metterla quasi in ginocchio. Gli importava solo degli alfa nella stanza, gli alfa che avrebbero potuto saziare il bisogno che le strisciava dentro.
«Chi sei tu?» La domanda proveniva da uno degli uomini, ma era tanto lontana. O almeno, così le parve, come se avesse parlato attraverso l’acqua a chilometri di distanza.
Quando una mano si posò sul suo braccio, Claire si rese conto che doveva aver parlato da più vicino.
Non riusciva a ricordare nessuna delle scuse che si era inventata. Tutto al di là del bisogno graffiante dentro di lei svanì, finché non poté far altro che voltarsi e premere