labbra dell’uomo si allargarono in un sorriso, più gentile di quelli visti fino a quel momento. «Bene.» L’alfa inspirò con il naso, lentamente e profondamente. Un attimo dopo, scosse la testa. «Non hai ancora finito, omega. Il tuo calore non se ne è ancora andato del tutto.» Posò una mano sul suo basso ventre, il palmo fresco contro la sua pelle bollente, e prese a massaggiarla.
L’azione la fece sussultare, il suo corpo dolorante e stanco ma insoddisfatto.
L’alfa si fermò, fece scivolare la mano sul suo fianco e fece le fusa. «Va tutto bene, amore. Calma. Pensavo fossi indolenzita, ormai. I miei amici non sono esattamente delicati.»
Man mano che si svegliava, man mano che il tocco delle dita dell’uomo e il suo profumo la circondavano, Claire sentiva il calore crescere di nuovo. Minacciava di trascinarla di nuovo sotto le sue onde.
Le labbra dell’uomo si inarcarono, il suo sorriso totalmente diverso da quello di Joshua. «Le tue pupille si stanno dilatando e il tuo respiro si sta velocizzando. Lo senti, vero?»
Claire si inarcò verso il suo tocco. Le sue cosce bagnate sfregavano l’una contro l’altra, mentre gli ormoni che guidavano il suo calore aumentavano, mentre la trascinavano sotto il peso della natura.
L’uomo si sporse verso di lei e premette la fronte contro la sua, l’azione sorprendentemente dolce vista la situazione, visto ciò che era accaduto. Era ricoperta di sudore e sperma, ma l’alfa strofinava il naso contro di lei come se fossero due amanti, come se gli importasse di lei, come se tutta quella situazione non fosse un disastro totale. La assaporò, facendo correre la lingua lungo la linea che separava le sue labbra, premute l’una contro l’altra. Prima che potesse aprirle, si allontanò.
«Non importa se è dolorante, Kaidan. Sai benissimo di cosa ha bisogno. Cercare di negarglielo solo perché è dolorante non farà che peggiorare le cose nel lungo periodo» disse Bryce, appoggiato al muro, gli occhi scuri abbastanza intensi da rendere Claire nervosa.
Kaidan, l’uomo insieme a lei, non rispose a Bryce. Anzi, guardò Claire come se non riuscisse a distogliere lo sguardo. «Non preoccuparti. Mi prenderò cura di te.» Scivolò giù dal divano, piazzando le mani sul suo interno coscia per spalancarle le gambe. Accarezzò la sua pelle con le dita, una carezza gentile che la fece rabbrividire. «Provi dolore ora, ma presto tutti quegli ormoni subiranno un’impennata e non sarai più indolenzita. Non sentirai che il piacere. Ti fidi di me?»
Si fidava? Claire scosse la testa. Non si fidava di nessuno, men che meno di alfa sconosciuti. Non ci si poteva fidare degli alfa, indipendentemente da quanto dolci fossero i loro sorrisi o le loro parole o quanto fossero utili i loro cazzi.
Kaidan si fermò, il sorriso scivolò via dalle sue labbra. Disegnò piccoli cerchi sulle sue ginocchia con i pollici. «Immagino ci fosse da aspettarselo, date le circostanze. Prova, solo per un momento, a fidarti di me.» Le sue mani erano abbastanza grandi da sopraffarla, mentre le trascinava dalle ginocchia alla congiuntura del suo corpo e viceversa. L’uomo scivolò verso il basso fino a posare le ginocchia sul pavimento, la parte superiore del suo corpo sorretta dal divano. La posizione fece sì che la sua faccia si trovasse al livello della sua figa. Il suo respiro la solleticò, dandole i brividi, mentre parlava. «Rilassati. Te lo sei meritato.»
Le cosce di Claire incorniciavano i lineamenti dell’alfa, gli occhi blu, i capelli chiari tagliati corti. Non possedeva i tratti infantili di Joshua, né quelli spigolosi di Bryce. Ciononostante, qualcosa sul suo viso, una certa onestà, le fece aprire le gambe.
Kaidan tornò a sorridere e premette un bacio sul suo interno coscia. «Ecco qua» disse, prima di abbassare le labbra sulle sue pieghe.
Il primo colpo della sua lingua le fece sollevare i fianchi dal divano. L’alfa infilò le mani sotto le sue cosce e le afferrò per tenerla ferma, prima di far scorrere la lingua lungo le sue pieghe, immergendovela dentro.
Doveva sentire il sapore dello sperma di Bryce e Joshua, ma a giudicare dal suo grugnito soddisfatto, non gli interessava. Usò la lingua per esplorare le sue pieghe, assaporando e stuzzicando ogni luogo che riusciva a trovare, fino a che raggiunse il suo clitoride. Vi fece correre la lingua intorno, poi usò una mano per scoprirlo. Non la gustò con scarso entusiasmo, non come aveva sentito dire, non come una spiacevole incombenza. No, la leccò con fervore, come se non ci fosse altro luogo in cui avrebbe preferito essere che a banchettare fra le sue gambe. Le sue labbra, la sua lingua, il delicato stuzzicare dei suoi denti, si mescolarono tutti insieme.
Claire chiuse gli occhi. Si focalizzò sulle carezze della sua lingua, i tiri delicati quando chiudeva le labbra intorno al suo clitoride e succhiava. I suoi fianchi si mossero, cercando di più e l’alfa, cogliendo la sua allusione, le diede ciò di cui aveva bisogno. Succhiò più forte, portandola sempre più in alto.
Claire aprì gli occhi e incontrò il suo sguardo, vide quegli occhi blu che la osservavano da in mezzo alle sue gambe e la vista le fece perdere il controllo. Venne, la stessa sensazione di vuoto dovuta al non averlo dentro, ma non era lo stesso gioco a cui stava giocando Joshua. Non si trattava solo di una tattica, di un modo per ottenere ciò che voleva, di un mezzo per raggiungere un fine.
La faceva sentire più al sicuro.
Kaidan premette di nuovo la lingua contro la sua apertura, scavando dentro di lei, mentre il suo corpo si contraeva, colpito da un’altra scossa. L’alfa si mosse verso l’alto, coprendola con il proprio corpo, poi si impossessò delle sue labbra in un bacio.
Fece passare la lingua fra le sue labbra e Claire sentì il proprio sapore. Non solo il suo, ma anche quello di Bryce e Joshua. L’omega che c’era in lei si godette golosamente lo sperma di non uno, ma due, alfa.
Gemette intorno alla sua lingua, succhiando per acchiappare ogni goccia che le stava offrendo. Tra l’orgasmo e il sapore di sperma, il suo corpo si riprese e cominciò a esigere di essere soddisfatto di nuovo.
Kaidan appoggiò il proprio peso su un ginocchio, si mise in posizione e affondò il suo cazzo duro dentro di lei con un movimento fluido. Scivolò dentro di lei con un colpo deciso e costante, riempiendola senza esitazione. Proprio come aveva promesso, non le fece alcun male. Non era indolenzita, non piagnucolava, non voleva tirarsi indietro.
L’alfa non interruppe il bacio mozzafiato neanche mentre le afferrava la coscia e se la metteva intorno al fianco. La scopò con colpi lenti e rilassati. Il che la aiutò ad alleviare la tensione nel suo stomaco, la aiutò a riprendersi dal calore, dal bisogno.
Non era più disperata come prima, non più così fuori di sé. Gli circondò le spalle con le braccia e gli massaggiò il collo, vicino all’attaccatura dei capelli. Il peso del suo corpo premeva contro di lei, una cosa che le era mancata, che l’aveva tenuta sveglia così tante notti nell’ultimo decennio.
Claire sollevò i fianchi per incontrare i suoi affondi, in quella che era forse la sua prima vera esperienza di sesso alla pari. Era un dare e un ricevere. Era dolce e, per un attimo, la fece sentire libera. Non in trappola, non preoccupata, semplicemente felice.
Il tempo continuò a scorrere, anche se non avrebbe saputo dire quanto, persa com’era nei movimenti del suo corpo, nel modo in cui la avvolgeva. Quando il rigonfiarsi rivelatore del suo cazzo premette contro di lei, dicendole che l’alfa non poteva più trattenersi, Claire stava per essere consumata dalla disperazione. Bramava il modo in cui il suo lungo membro si sarebbe mosso a scatti dentro di lei, il modo in cui il suo corpo massiccio l’avrebbe bloccata, mentre la saziava con il suo sperma.
Non era indolenzita, ma era stanca. Ridotta all’osso dal sesso, dal calore che troppo a lungo aveva negato, da tutto. Pur sapendo con certezza che ci sarebbero volute ancora delle ore, non riusciva a pensarci. Kaidan interruppe il bacio e affondò la faccia nel suo collo, il naso contro il suo battito. La bloccò con il suo nodo, più spesso di quello degli altri, una presenza immensa che la fece gridare in segno di resa. L’alfa infilò le dita fra i suoi capelli, una presa stretta ma rassicurante. «Chiudi gli occhi, amore. Risposati per un po’.»
Claire non ebbe la forza di lottare contro la stanchezza che la travolse. Chiuse gli occhi, cullata nel sonno dall’odore travolgente