Giuliano Bernini

Scritti scelti


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“io [ho studiato] all’Asmara, al collegio La Salle, per quattro anni” I: perché sei venuto in Italia? TI: eh + c’è il problema la militaria “c’è il problema dei militari” TE: sua mamma questo filio (19.12.85) “la mamma di questo ragazzo” TE: sorella mio marito (10.1.86) “la sorella di mio marito” TE: cane portato legno suo padrone (2.12.85)

      Come si vede, le relazioni che rimangono inespresse sono di diverso tipo: spaziale, temporale, strumentale, genitivo, dativo. Tra queste, le più diffuse sono quelle spaziali, che non vengono esplicitate da una preposizione anche in stadi di apprendimento più avanzati, cfr.

      Per i quattro apprendenti arabofoni con interlingue meno sviluppate (cioè AE1, AE2, AE3, AE4), i locativi-direttivi rappresentano circa la metà di tutti i casi di assenza di preposizione. Anche se si potrebbe parlare, in questo caso, di parziale interferenza, dato il fatto che, almeno nella varietà di arabo egiziano, la preposizione li per il moto a luogo è facoltativa e a certi verbi intransitivi italiani corrispondono in arabo verbi transitivi (v. sopra § 1.2), tale ipotesi viene confutata dall’assenza di preposizione anche con i locativi, mentre fi, che vi corrisponde in arabo, non è mai cancellato, e dal fatto che questo stesso fenomeno si osserva anche per apprendenti con un diverso retroterra linguistico2.

      I casi di assenza di preposizione fanno riscontro alle proprietà strutturali degli enunciati delle prime varietà di apprendimento, caratterizzati dall’assenza di legami sintattici espliciti (quali appunto le preposizioni), che possono essere recuperati dal contesto o dal senso delle parole impiegate, come mostrano tutti i nostri esempi3. Questo ci fa meglio comprendere la persistenza di complementi di luogo (e in parte di tempo) senza preposizione, ridondanti con nominali già dotati del tratto [luogo], soprattutto in quei contesti dove c’è anche un verbo di moto o di stato.

      1.3.4 Con

      Con appare molto presto presso tutti i tipi di apprendimenti1 col significato comitativo che fondamentalmente le compete. Alcuni esempi:

      Con viene anche usata molto presto in senso strumentale2, che forse è altrettanto fondamentale del primo nell’italiano dei nativi, cfr.

      Questi due sensi sono alla base delle generalizzazioni di con a contesti che non hanno espressioni corrispondenti nella lingua d’arrivo e che si riscontrano per tutti i tipi di apprendenti. Per la generalizzazione del senso comitativo, cfr.

TI: eh ++ lavora a casa ++ eh ++ con familia
“lavora in una casa, da una famiglia”
e + il padre de – fili eh + lavorare con un ufficio
“e il padre dei figli lavora in un ufficio”
io vado con una – scuola del governamento di Etiopia3
“frequento una scuola del governo etiopico”
TE: questa Sandra telefona con sue clienti (15.12.86)4
AP: com’è stato con me
“com’è stata per me” (cioè “qual è stata la mia esperienza”).

      Per la generalizzazione del senso strumentale cfr.

      La preposizione con è dunque molto disponibile fin dai primi stadi (come mostrano TI, TE, AE1) a esprimere relazioni per le quali gli apprendenti non hanno ancora i mezzi adeguati.

      1.3.5 In

      In compare fin dai primi stadi di apprendimento col senso locativo-direttivo. Ovviamente il suo uso è in concorrenza con quello di a (per cui cfr. § 1.3.6) e con l’assenza di preposizione, come abbiamo visto al § 1.3.3. Nella prima registrazione di TI, per esempio, abbiamo solo due casi sicuri di uso di in contro una trentina di costruzioni locative o direttive senza preposizione. Alcuni esempi:

      Come si può notare da questi pochi esempi, in viene usata al posto di altre preposizioni spaziali il cui impiego in italiano è piuttosto peculiare, p. es. sui giornali, al concerto, dal parrucchiere.

      In particolare, la difficoltà di distinguere correttamente i contesti d’uso di in e a si fa sentire anche negli stadi di apprendimento più avanzati, come p. es. in AP:

      Inoltre alcuni apprendenti sembrano consapevoli di questa difficoltà, come mostra l’esempio seguente, tratto dalla prima registrazione di TE:

      L’uso di in in espressioni temporali sembra essere piuttosto raro in termini quantitativi e spesso è risolto omettendo la preposizione, come mostra anche una delle due costruzioni contenute nell’esempio di TE citato qui sopra.

      1.3.6 A

      Anche a compare fin dai primi stadi di apprendimento con un significato prevalentemente locativo-direttivo (per il quale ovviamente il suo uso alterna con assenza di preposizione, come abbiamo già notato). In questo senso, a si trova in diretta concorrenza con in per lunghe fasi, cfr.

      In