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Leopardis Bilder


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zielgerichtet den drei Leitfragen zu Leopardis Bildern folgt als auch in den ebenso unvermeidlichen wie intendierten Überschneidungen und Berührungspunkten an vielen Stellen deutlich macht, wie eng miteinander verflochten die einzelnen Aspekte und Denkpfade sind.

      Ein großer Dank gilt ferner dem Exzellenzcluster «Kulturelle Grundlagen von Integration» der Universität Konstanz, der bereits die Tagung sehr großzügig finanziell unterstützte und nun dankenswerterweise auch die Druckkosten des Bandes übernimmt. Zudem war für die Realisierung des Bandes die sachkundige Redaktionsarbeit von Veronica Francesca Haas unverzichtbar: Ihr sei ebenso herzlich gedankt wie Pia Leister und Katharina List, die bei der Organisation der Tagung stets unterstützend zur Seite standen, und selbstverständlich Kathrin Heyng, die den Band und die neue Reihe seitens des Narr-Verlags sorgfältig betreut und beider Zustandekommen wesentlich mit ermöglicht hat.

      Eichstätt und Konstanz, im Juni 2019 Barbara Kuhn und Michael Schwarze

      Literaturverzeichnis

      Calvino, Italo: Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millenio. Milano: Garzanti 1988.

      Leopardi, Giacomo: Canti. Introduzione, note e commenti di Fernando Bandini. Milano: Garzanti 121993.

      –: Canti. Presentazione di Giovanni Getto. Commento di Edoardo Sanguineti. Milano: Mursia 61996.

      –: Crestomazia italiana. La Poesia. Introduzione e note di Giuseppe Savoca. Torino: Einaudi 1968, 115-198.

      –: Poesie e prose. Vol. I. Poesie. A cura di Mario Andrea Rigoni con un saggio di Cesare Galimberti. Milano: Mondadori 31990.

      –: Poesie e prose. Vol. II. Prose. A cura di Rolando Damiani. Milano: Mondadori 1988.

      –: «Unendlichkeiten», in: Zwischen den Zeilen. Eine Zeitschrift für Gedichte und ihre Poetik 23 (2004), 83-99.

      –: Zibaldone. Edizione commentata e revisione del testo critico a cura di Rolando Damiani. T. 1-3. Milano: Mondadori 32003.

      Tesauro, Emanuele: Il Cannocchiale aristotelico. Faksimile-Neudruck der Ausgabe Turin 1670. Hg. u. eingel. von August Buck. Bad Homburg v.d.H. / Berlin / Zürich: Gehlen 1968.

      Cataudella, Michele: «Seicento e secentisti nello Zibaldone», in: Leopardi e la letteratura italiana dal Duecento al Seicento. Atti del IV Convegno internazionale di studi leopardiani (Recanati, 13-16 settembre 1976). Firenze: Olschki 1978, 479-490.

      Del Gatto, Antonella: «Meta-Metafore: la Luna», in: ead.: Quel punto acerbo. Temporalità e conoscenza metaforica in Leopardi. Firenze: Olschki 2012, 71-88.

      Di Ruzza, Floriana: «Metafore sondate alla lettera. Qualche considerazione sulle Operette morali», in: La metafora da Leopardi ai contemporanei. A cura di Antonella del Gatto. Studi Medievali e Moderni XX.1 (2016), 155-163.

      Frank, Manfred: Die unendliche Fahrt. Zur Pathogenese der Moderne. 3. überarb. und erw. Aufl. Paderborn: Schöningh 2016.

      Galle, Roland: «Supplementäre Liebe. Zur Funktion des Porträts in Mathilde La Princesse de Clèves La Nouvelle Héloïse», in: Kirsten Dickhaut (Hg.): Liebessemantik. Frühneuzeitliche Repräsentationen von Liebe in Italien und Frankreich. Wiesbaden: Harrassowitz 2014 (Culturae, 5), 635-692.

      Kuhn, Barbara: «Bild-Effekte. Metapher und Zeit in barocker Ästhetik», in: Natascha Adamowsky [et al.] (Hg.): Archäologie der Spezialeffekte. München: Fink 2017 (Poetik und Ästhetik des Staunens, 4), 161-184.

      La Salvia, Adrian (Hg.): Iconografia Leopardiana. L’infinito – Das Unendliche. Erlangen: keepsake 2000.

      Manotta, Marco: «Similitudini proprie e raccorciate: annotazioni sul paradigma comparativo leopardiano», in: La metafora da Leopardi ai contemporanei. A cura di Antonella del Gatto. Studi Medievali e Moderni XX.1 (2016), 9-22.

      Melosi, Laura: «Declinazioni metaforiche (e non) della nautica in Leopardi», in: La metafora da Leopardi ai contemporanei. A cura di Antonella del Gatto. Studi Medievali e Moderni XX.1 (2016), 149-154.

      Mengaldo, Pier Vincenzo: «Leopardi non è un poeta metaforico», in: Strumenti critici 20.1 (2005), 1-25.

      Schröder, Gerhart: Logos und List. Zur Entwicklung der Ästhetik in der frühen Neuzeit. Königstein/Ts.: Athenäum 1985.

      Snyder, Jon R.: L’estetica del barocco. Bologna: Il Mulino 2005.

      L’infinito

      e la poetica dell’immaginazione dopo Burke

      Silvia Contarini

      È possibile tentare una genealogia de L’infinito sullo sfondo delle teorie dell’immaginazione nel cosiddetto Tournant des Lumières, ossia quando le concezioni della fantasia di derivazione cartesiana e lockiana hanno oramai lasciato il posto a un’estetica e a una poetica dell’immagine di matrice antropologica? La questione non è di poco conto, se è vero che ancora di recente, dopo la significativa stagione di studi che fa capo a Jean Erhard, Robert Mauzi, Roland Mortier, Jean Deprun, Jean Starobinski e Michel Delon (per citare solo i nomi più noti), si è sentito il bisogno di tornare a interrogarsi sul rapporto fra l’immaginario letterario del primo Ottocento e la tradizione medica e filosofica del vitalismo ma l’esplorazione di tutte le filiere di indagine sembra lungi dall’essere completa.1 Muovendo da un punto di partenza provvisorio, si può tuttavia concordare sul fatto che se nel corso del Settecento l’affermazione crescente del vitalismo non riesce a incrinare l’orizzonte meccanicistico dei Lumi – l’esempio emblematico sono i Pleasures of Imagination di Addison -, viceversa all’inizio del nuovo secolo il dibattito filosofico sull’immaginazione, la memoria e il sogno, avviato da Cabanis, Destutt De Tracy e Bonstetten, giunge ad attribuire uno statuto autonomo a facoltà che non vengono più intese come un’eco più o meno precisa delle sensazioni, ma come il prodotto creativo di un dinamismo interno indipendente, espressione di una sensibilità soggettiva in grado di istituire nuove relazioni fra l’io e il mondo.2

      Bisogna subito chiarire che non si tratta tanto, nel caso di Leopardi, di verificare improbabili rapporti di filiazione fra il poeta de L’infinito e il pensiero degli Idéologues (che lascia invece probabilmente tracce significative, ancora suscettibili di approfondimenti, nell’itinerario psicologico del romanzo manzoniano, avviato quasi negli stessi anni degli Idilli), quanto di interrogarsi sull’esistenza di una poetica autonoma dell’immaginazione in questa fase del pensiero critico leopardiano, già debitore della «contextation vitaliste»3 di Helvétius e di Rousseau. E di verificare, in seconda battuta, se e in che misura tale poetica possa essere messa in rapporto con l’estetica di Burke, che uno studioso del sublime come Lyotard ha definito proprio in termini di «réalisme vitaliste»4.

      Non c’è dubbio che sia le riflessioni dello Zibaldone, che gli esperimenti lirici del periodo documentino in parallelo la ricerca di una diversa espressività nella forma insieme antica e nuova dell’idillio, la quale si può leggere anche come il tentativo da parte della letteratura di cogliere il dinamismo del vivente, la sua parvenza effimera, attraverso una modalità che fa appello non solo al presente confuso della sensazione, ma al suo recupero memoriale nella scrittura. Torneremo più avanti su questo punto decisivo, per ora importa soprattutto ribadire la frequenza con cui, negli anni che ci interessano, le pagine dello Zibaldone ritornano sul problema dell’immaginazione, in rapporto al ruolo determinante della poesia nell’epoca della modernità e della ragione sterile. Il dialogo a distanza che Leopardi intrattiene con uno degli interlocutori più raffinati dell’avverso schieramento romantico, Ludovico Di Breme, si interroga più volte sulle idee di patetico e di sentimentale nei termini derivati dal vitalismo («quello che i francesi chiamano sensibilité e noi potremmo chiamare sensitività», Zib. 155), ovvero, come ha insegnato Jean Starobinski, di azione e reazione.6 Constatando l’allontanamento degli scrittori moderni dalla «nuda natura», ovvero da «quei