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Exil und Heimatferne in der Literatur des Humanismus von Petrarca bis zum Anfang des 16. Jahrhunderts


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di natura esclusivamente letteraria il Petrarca incardina una rappresentazione esemplare di sé destinata a divenire un prototipo della Modernità, quella del malessere degli intellettuali nel loro tempo, del quale si sentono, per varie ragioni, esclusi, esiliati, banditi».36 Ancora, è fortissimo il legame che corre tra quanto egli afferma sulla natura dell’esilio e la pessimistica visione di un mondo governato dalle feroci leggi del potere e della guerra, che all’individuo non lascia altro spazio che non sia quello della fuga, nutrita dagli studî e dai sogni di tempi migliori. Di qui, quella sua visione a- o addirittura anti-politica, che mette al centro una nozione nuova e per qualche aspetto eversiva della felicità individuale, che inevitabilmente si scontra con le manifestazioni di un potere che pare non abbia altro concreto effetto oltre quello di rendere rara e difficile la pace, ch’è intima aspirazione non solo del poeta e dell’intellettuale, ma dell’umanità tutta intera costretta a una sorta di fuga perenne. Sono, come si vede, strade tutte decisive per comprendere meglio la natura dell’opera del Petrarca. Ma, come del resto ho anticipato, qui ho solo cercato di accostare qualcuno dei modi intelligenti e sottili in virtú dei quali quelle che sono talvolta apparse come topiche e pompose banalità sono animate da una nascosta e sofferta passione, da una vibrazione esistenziale che le riscatta e restituisce loro il fascino inquietante della verità.

      Bibliografia

      Berisso, Marco: «Già Roma. or Babilonia» (appunti su Rerum vulgarium fragmenta CXXXVI–CXXXVIII), Per leggere 21, 2011, 7–24.

      Billanovich, Giuseppe: Lo scrittoio del Petrarca, Roma 1947.

      Brescia, Graziana: Ovidio e la morte in esilio: modi e forme di una sceneggiatura funebre, Bollettino di studi latini 46, 2016, 61–78.

      Brilli, Elisa: Firenze e il profeta. Dante fra teologia e politica, Roma 2012.

      Brilli, Elisa: De exiliis Dantis: raison textuelles et culturelles de l’harmonie entre exil politique et exil anagogique chez Dante, in: Anna Fontes Baratto / Marina Gagliano (edd.): Écritures de l’exil dans l’Italie médiévale, Arzanà 16–17, Paris 2013, 215–230.

      Dotti, Ugo: Vita di Petrarca, Bari 1987.

      Fenzi, Enrico: Per Petrarca politico: Cola di Rienzo e la questione romana in Bucolicum carmen V, Pietas Pastoralis, Bollettino di italianistica n.s. 8, 2011, 49–88.

      Fenzi, Enrico: L’intellettuale e il potere. Il potere dell’intellettuale, in: Donatella Coppini / Michele Feo (edd.): Petrarca, l’Umanesimo e la civiltà europea, vol. 1, Firenze 2012, 169–229 [= Quaderni petrarcheschi, XV–XVI, 2005–2006].

      Fenzi, Enrico: Petrarca e l’esilio: uno stile di vita, in: Anna Fontes Baratto / Marina Gagliano (edd.): Écritures de l’exil dans l’Italie médiévale, Arzanà 16–17, Paris 2013, 365–402.

      Fenzi, Enrico: Il mondo come patria: da Seneca a Dante, «De vulgari eloquentia» I 6, 3, in: Johannes Bartuschat (ed.): Dante e l’esilio, Ravenna 2015 (Letture classensi, vol. 44), 85–95.

      Fenzi, Enrico: L’egloga «Divortium» di Francesco Petrarca (con un’ipotesi su Epyst. III 27 e 28), Petrarchesca 3, 2015, 11–42.

      Feo, Michele (ed.): Codici latini del Petrarca nelle Biblioteche fiorentine (Mostra 19 Maggio – 30 Giugno 1991), Firenze 1991.

      Foresti, Arnaldo: Aneddoti della vita di Francesco Petrarca, Brescia 1928, 270–278; ora nella nuova edizione corretta e ampliata dall’autore a cura di Antonia Tissoni Benvenuti, Padova 1977, 280–287.

      Gagliano, Marina: La polemica antiavignonese di Petrarca e il modello di Dante esule e profeta, in: Elisa Brilli / Laura Fenelli / Gerhard Wolf (edd.): Images and Words in Exile. Avignon and Italy during the first half of the 14th Century, Firenze 2015, 209–221.

      Marcozzi, Luca: Rettorica dell’esilio nel canzoniere di Petrarca, Bollettino di italianistica 8.2, 2011, 71–94.

      Marcozzi, Luca: Petrarca e l’esilio nel tempo, in: Elisa Brilli / Laura Fenelli / Gerhard Wolf (edd.): Images and Words in Exile. Avignon and Italy during the first half of the 14th Century, Firenze 2015, 223–237.

      Mazzoni, Francesco: Brunetto in Dante, in: Brunetto Latini. Il Tesoretto. Il Favolello, Alpignano 1967.

      Petrarca, Francesco: De Vita Solitaria. Buch I. Herausgegeben von Karl A. E. Enenkel, Leiden 1990.

      Petrarca, Francesco: Petrarch’s Remedies for Fortune Fair and Foul. A Modern English Translation of De remediis utriusque Fortune with a Commentary by Conrad H. Rawski, 5 vol.,1 Bloomington / Indianapolis 1991.

      Petrarca, Francesco: Secretum. Il mio segreto. A cura di Enrico Fenzi, Milano 1992.

      Petrarca, Francesco: Les remèdes aux deux fortunes. De remediis utriusque fortune, 1354–1366. Texte établi et traduit par Cristophe Carraud, Grenoble 2002.

      Petrarca, Francesco: In difesa dell’Italia (Contra eum qui maledixit Italie). A cura di Giuliana Crevatin. Con testo a fronte, Venezia 22004.

      Petrarca, Francesco: Canzoniere. Rerum vulgarium fragmenta. A cura di Rosanna Bettarini, Torino 2005 (Nuova raccolta di classici italiani annotati, vol. 20).

      Petrarca, Francesco: Contra eum qui maledixit Italie. A cura di Monica Berté, Firenze 2005.

      Petrarca, Francesco: Rimedi all’una e all’altra fortuna. Introduzione, commento e cura di Enrico Fenzi. Traduzione di Gerardo Fortunato e Luigi Alfinito, Napoli 2009, 144–85.

      Petrarca, Francesco: Liber sine nomine. Traduzione e cura di Laura Casarsa, Torino 2010.

      Petrarca, Francesco: I rimedi per l’una e l’altra sorte. A cura di Ugo Dotti, Torino 2013.

      Rico, Francisco: Vida u obra de Petrarca. I. Lectura del Secretum, Padova 1974.

      Seneca: L. Annaei Senecae opera, a cura di Friedrich Haase, Lipsia 1878.

      Suitner, Franco: L’invettiva antiavignonese del Petrarca e la poesia infamante medievale, Studi Petrarcheschi 2, 1985, 201–210.

      Ullman, L. Berthold: Studies in the italian Renaissance, Roma 21973.

      Wilkins, H. Ernest: Studies in the Life and Works of Petrarch, Cambridge (Mass.) 1955.

      Wilkins, H. Ernest: Petrarch’s Exul ab Italia, Speculum 38, 1963, 453–460; ora in id.: Studies on Petrarch and Boccaccio, Padova 1978, 255–266.

      Della scrittura petrarchesca come esperimento dell’esilio

      Philippe Guérin (Université Paris-Sorbonne Nouvelle)

      Totam fere usque ad hoc tempus in

      peregrinationibus vitam duxi

      (Sen. IX 2, 1)

      Di tutte le cose eccellenti che si sono scritte di recente sul Petrarca e l’esilio vorrei tenere a mente i tre o quattro capisaldi seguenti.1

      «Concepito e nato in esilio»: cosí scrive (e ripete) il Petrarca quando parla di se stesso; ma, esiliato, lo è per modo di dire, l’esilio stricto sensu non essendo affatto applicabile alla sua biografia.2 Intende in realtà con questa formula esprimere la percezione che ha della sua condizione esistenziale, dire il suo specifico, vagabondo, essere-al-mondo.3 E il riflettere sull’esilio gli consente di fare il filosofo morale stoico: sia esso quello vero e proprio, oppure quello piú lieve di chi, per necessità ‹professionali›, deve lasciare la patria suo malgrado,4 l’esilio, se lo si considera bene, non è niente.5 Posizione etica che si combina con la visione cristiana del nostro transitus sulla terra, esilio fuori della vera patria, quella celeste cui la nostra anima è bramosa di tornare liberandosi dal carcere del corpo (il carcer exiguus di Rem. II 67, 10).6

      A quest’interim,7 il Petrarca dedica la maggior parte del suo tempo – in un’ottica a dire il vero per lo piú profana, volta cioè a pensare la vita